Dall'uno al molteplice: la fluidità di "Cellule" per Charm of Art Milano
- artearchetipo
- 14 mar 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 9 mar

Metti una sera ai Navigli, in una Milano bagnata da un marzo che mantiene le sue promesse di imprevedibilità. Aggiungi gente che passeggia stretta negli impermeabili per evitare che il vento stuzzichi spifferi di tessuto appisolati tra le pieghe delle giacche, dei maglioni, delle sciarpe. Un barman sapiente a questo punto inizierebbe sicuramente ad agitare gli ingredienti perché le sue mani sanno che l'eccellenza nasce dall'equilibrio del giusto che non stroppia. Ma un pittore o un gallerista no. Un pittore soprattutto ricerca l'alchimia ancora un po' più in là, fin quasi sul baratro del ridicolo, dell'eccesso, del superfluo. Così sulla tavolozza, da un tubetto, escono due vetrine che sfocano i colori del tramonto, che si riflettono su un Naviglio un po' sornione, un po' bohemien, mentre tra le note familiari ai barman le parole di Mattia De Luca aprono il cuore di visitatori, amici, curiosi che si affollano dentro quelle sale piene di colori, espressioni intime, riscatto e speranze.
Parole che parlano soprattutto all'ego degli artisti e che sembrano spolverare le opere in mostra, quasi a volerle fare luccicare come dame in cerca di occhi che le scrutino, le desiderino, osino rapirle anche solo per un attimo. Ecco che allora per un alchimia strana riesci a sentire quelle parole con gli occhi, parole che diventano fascinazione per l'udito: "la fascinazione degli artisti per la sperimentazione tecnica eterogenea...temi di risonanza collettiva...relazioni indissolubili e paesaggi interiori" e ancora "scenari metafisici...virtuosismi tecnici, note cromatiche sensibili desiderose di affermare un pensiero". Cosi ti lasci trasportare nella fluidità di quel momento, come un traguardo raggiunto, effimero, eppure così importante. Abbandono qualche istante il mio ego in compagnia di visi vecchi e nuovi appena conosciuti e quasi in un rigurgito da genitore mi ricordo di avere un estensione del mio io appesa a una parete.
La cerco per un gesto d'intesa, uno sguardo che sigilli il percorso fatto insieme, dall'idea alla realizzazione, e lei è li, lì dove deve stare, in un moto perpetuo di rinascita e creazione solo apparentemente limitato dal bianco della tela. I colori si mescolano mantenendo la loro genetica comune. Tre individualità figlie dello stesso oro, nero e bianco, tre individualità che formano un unico essere che porta con sé il bagaglio iniziale di esperienze passate, caratteristiche intellettive, cicatrici e ambizioni di ognuna di esse e le plasma per creare il nuovo che sarà punto fermo dell'oggi e crocevia del futuro.
Charm of Art è stata una vetrina ben oltre le aspettative, un'esposizione artistica di dialogo e sguardo introspettivo sul mondo dell'arte che sta cambiando, dove i bagliori del IA non sono ancora arrivati a pieno, eppure cominciano a riecheggiare in lontananza. Come artista, imprenditore e amante di questo mondo ho una missione chiara che rimane e rimarrà sempre il DNA di questo progetto: "Archetipo Artenauta è portatore di bellezza istintiva che rifugge le dinamiche e i canoni di bellezza commerciale ma che anzi, nell'imperfezione, trova il suo tratto distintivo. Archetipo Artenauta è un percorso che lascerà al mondo un'eredità: la sola bellezza che vale la pena rincorrere e preservare è la realtà che ci circonda, indistintamente che sia amabile, faticosa, triste o colorata. La bellezza che solo gli occhi possono regalarti e che nessuna macchina riuscirà mai a replicare."
A nome di Archetipo Artenauta, i miei ringraziamenti a:
Mattia De Luca - Critico d'arte
Deborah Granata - Curatore artistico
Santo Consoli - Fotografia e comunicazione
Daniele Miradoli - Gallerista Mac Miradoli - Arte Contemporanea
Mauri Lucchese - Direttore Artistico Charm of Art Europe
Isabella Maj - Docente di Terapeutica Artistica - Accademia delle Belle Arti di Brera
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